Ludmilla

Ludmilla In quella sedia che trascina tutte le leggende tu porti un cuore lacerato e stanco, porti il destino di tutte le menti che trasportano le gambe stanche e irriverenti. -Ciao Ludmilla come ti senti?- -Mi sento tragica, lascio segni paralleli inutili che perdono ad ogni giro di ruota il loro significato, non c’è evoluzione…

Il Citofono

Racconti Il Citofono Lui lo sapeva. In quell’autunno già stranamente piovoso e umido, le foglie, appesantite dall’acqua, venivano trasportate con più fatica dalle formiche, ma il topolino non faceva più sforzi del solito. In campagna si sa, i gatti solitamente vengono alimentati meno, rispetto ai gatti domestici di città, dove gli appartamenti vengono immaginati foreste…

L’uomo dei sogni

L’uomo dei sogni Un giorno, ingigantito dal calore della gente, lui camminava sorridente senza pensieri, gli volevano tutti bene, e il motivo era semplice, lui prestava i sogni alla gente. In quella mattina soleggiata, sotto una meravigliosa quercia, gli si avvicinò una donna, molto ben curata nell’aspetto e nei dettagli, lui notò subito che aveva…

Tu sembri un film

Tu sembri un film Tu sembri un film, icona del pensiero del regista, e allora in questo film sei tutti gli attori, ma non reciti, sei il mistero di un bel film di cui non si intuisce mai la fine, e dopo la fine stessa sei l’aspettativa del proseguo di quel film. Ma tu chi…

Le rughe

Le rughe Mi avventuravo nei meandri della gente, camminando nelle pieghe e nelle piaghe della vita di chiunque mi capitasse davanti agli occhi, toccavo nervi scoperti e accarezzavo lacrime, surfavo tra le rughe dell’esperienza di chi, datato, navigato e sereno, poteva permettersi di non tenderle a causa della sua consapevole esistenza. Quando invece trovavo tensione…

Scambio

Scambio Lei lo schiaffeggiò, e pianse, lui non si sorprese, ma andò comunque via dicendole per favore di leggerle. Lei lo vide andare verso la porta, girarsi con quello sguardo maledettamente dolce, e andare via, lei restò sola, sola, e realizzando che era la seconda volta che lo avrebbe perso, dopo qualche minuto, tremante, iniziò…

Loop

Loop …quella vocina mi riempiva il cranio, sembrava trapassarlo. E non usciva, come un’aragosta dentro la nassa. E io inutilmente cercavo di fermarla, mi sarei cavato gli occhi dalle orbite se fosse servito per farla uscire come una rondine va via dal suo nido, ma avrei bruciato il nido e messo una grata al posto…

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