Orgoglio
La rovina dei forti, la rovina dei deboli.
Per i forti, che poi, forti, vien da ridere, comunque, per i forti, l’orgoglio è esattamente la maniera di far diventare antipatica quella stessa forza che si paventa quando appunto viene fuori l’orgoglio. Un debole orgoglioso invece è tristemente goffo e fuori dalla normalità sociale.
Pare sia una difesa, un modo per non recedere mai da qualunque scelta, ovviamente errata, fatta magari in fretta. Ma oltre ad essere una difesa è una prova ad oltranza di coraggio, del coraggio di imporre se stessi agli altri, di imporre quella scelta, quell’idea, ad oltranza, nonostante l’esistenza di quella cosa non abbia mai avuto fondamento alcuno.
L’orgoglio è conseguenza diretta della fretta di aver detto questa o quella cosa, di aver portato avanti l’idea, magari ritenuta giusta per il solo istante che si dichiara, sbagliata nel modo sbagliato e nel tempo sbagliato. L’orgoglio si può misurare con la formula elementare (coraggio+ego+ignoranza/tempo), dove per ignoranza si intende l’aver affermato qualcosa senza la sua minima conoscenza.
Analisi assurda a parte, di orgoglio si muore, guerre, faide, e anomalie sociali a parte, di orgoglio si soffre, s si, l’orgoglioso è consapevole che portare avanti un’idea errata lo rende ridicolo, perdente, mentre chi subisce quell’idea errata, e magari non ha nemmeno potere decisionale o economico per contrastarla, arriva ad una frustrazione tale che, in condizioni sociali estreme può arrivare a fare del male, istintivamente restituendolo secondo precise leggi fisiche.
Facciamo ammenda, dopo il primo istante di manifestazione dell’orgoglio, ridiamoci su, analizziamo insieme la cosa e rivediamolo, facendola crescere sana, in due, o più intelligenti.
Giovedì 16 luglio 2015 Cesare