DNA
Ero così contento quando mi ha detto di essere incinta e ancora di più quando mi ha detto che sono un maschietto.
Mi abbracciava con le mani e sentivo il loro calore, mi diceva che sarei diventato pranoterapeuta, consigliandomi di non fare mai mercato di quel dono, io ho già le mani, chissà se davvero saranno calde come le sue, intanto me le godo!
Il ritmo del suo cuore mi lascia in estasi, scandisce la serenità, varia solo quando ci sono attività particolari, a volte mi trovo a testa in giù ed altre volte rotolo dentro il mio mondo liquido, e diventa tutto dolce, morbido, amorevole.
Sento i gusti, a volte intensi a volte lievi, sento il sale, la carne, l’acqua e anche, a volte, il vino, mi inebria e agito le braccia quando l’ombelico mi inonda di gusti forti, sempre nuovi, non c’è monotonia, e non ce ne sarà mai, me lo riprometto, dichiarando di rigettare educatamente le cose ripetute.
Sento la musica, classica, ora il ritmo del battito del cuore si interseca, meravigliosamente, diventa tutt’uno con la serenità delle note filtrate dal mio mondo liquido, con toni amplificati e toni attenuati, sento anche chitarre elettriche, quelle entrano a fondo, mi fanno ballare, più dei ritmi delle percussioni, sento anche le voci che cantano, a volte cori che trasportano ballate di speranza, a volte singole voci di uomini, o donne, che raccontano storie mai finite, mi lascio andare in una stasi anomala, riposo amplificando i sensi prima di lanciarmi nel liquido come un autoscontro.
Poi è un attimo, una sensazione di oppressione e pressione dentro il liquido, non ci son rumori, ma il ritmo del cuore accelera, lo sento forte forte, che sia il ritmo della paura? Non lo so ma mi sa che lo scoprirò a breve. La pressione nel mio mondo liquido aumenta, rallentandomi, mi chiudo istintivamente, e ora sento rumori, voci, sgradevoli, ma la sensazione più forte è quella di un sibilo, so che è il terrore, ancora prima dell’aumento del battito del cuore.
Mi anniento, non voglio esistere così, non reggo la pressione chimica, ma ho già l’istinto di conservazione.
Non ho gravità, ma so di aver appena percorso uno spazio dentro il tempo in cifre anomale, rimbalzo nel mio stato e per un po’ mi sento una pallina di un flipper nei funghi del bonus, le voci aumentano, i picchi del battito del cuore ora sono simultanei all’afflusso di adrenalina che sfiora me ma invade lei fino alle sue mani calde, ed ora quelle mani mi stringono, sembrano difendermi, si, sicuramente mi stanno difendendo.
Qualche attimo di calma, l’adrenalina è ora sinusoidale e supera per picchi la frequenza del battito del cuore, nel bene e nel male, è finita la musica, solo sgradevoli stridii chimici, l’ombelico restituisce gusti amari, indecenti da assimilare, una frequenza che cresce, un lamento, sento la chimica delle lacrime che si scatena, la frequenza è il ritmo della voce del pianto, c’è una calma relativa, poi in un attimo il nulla, preludio sinistro.
Sono impotente, creo una mia difesa, la porterò con me anche quando cambierò fase, ed è un segno che porterò per sempre, la violenza è ora nel mio DNA, da gestire, capirò nel tempo se vorrò vendetta e la userò con dolo, o la combatterò con tutte le mie forze tutta la vita, fino a sconfiggera.
Cesare
3 Novembre 2021