Le rughe

Le rughe

Mi avventuravo nei meandri della
gente, camminando nelle pieghe e nelle piaghe della vita di chiunque mi
capitasse davanti agli occhi, toccavo nervi scoperti e accarezzavo lacrime,
surfavo tra le rughe dell’esperienza di chi, datato, navigato e sereno, poteva
permettersi di non tenderle a causa della sua consapevole esistenza. Quando invece
trovavo tensione e occhi acuti, che cercavano di difendersi dalla crudezza
della vita, andavo via, per non turbare ulteriormente animi agitati, perché io,
che animo agitato ci son nato, so che cosa vuol dire vivere con i tendini tesi
allo spasmo, con le rughe che sembrano lame affilate da quanto diventano
sottili, quasi invisibili anche se a gruppi di dolore. Tra le rughe devono
scorrere le lacrime, libere di arrivare al cuore del loro destinatario, sia che
siano lacrime di gioia o lacrime di dolore, e quando le stesse arrivano alle
labbra e  vengono risucchiate nell’anima
dalla lingua che le riporta dentro, allora sono lacrime di un dolore profondo
della propria esistenza. In queste la crime a cascata che sgorgano copiose tra
le righe c’è l’arcobaleno della speranza, speranza che le stesse risolvano il
proprio animo, svincolandolo dal dolore ormai, finalmente noto.

Ora mi avventuro tra la gente con
la consapevolezza che le rughe siano il loro presente, e godo dei visi dei
bambini che ne sono liberi, e che hanno rughe solamente quando la loro
disperazione li fa crescere pian piano, offrendo loro la scelta più facile e
più dura, non piangere la vita e lasciarla scorrere, o piangerla, viverla e
crescere con più rughe, quelle serene che fan scorrere le lacrime senza
lacerarle.

Cesare

21 Settembre 2017

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