Tu sembri un film
Tu sembri un film, icona del
pensiero del regista, e allora in questo film sei tutti gli attori, ma non
reciti, sei il mistero di un bel film di cui non si intuisce mai la fine, e
dopo la fine stessa sei l’aspettativa del proseguo di quel film. Ma tu chi sei?
In questa locandina appari vaporosa e il tuo sorriso somiglia a quello di una
sposa, i titoli sono ancora da scrivere, perché ‘Tu sembri un film’ non può
essere un titolo, ma solo l’inizio di te stessa.
Non sei descrittiva, sei
fotografia eccellente, e un intervallo del film così lungo da sembrare una vita
intera, e quindi magari sei tutto l’intervallo, e il primo e il secondo tempo
son solo la sintesi, ridotti al minimo, sono il conoscersi e il dimenticarsi,
sono solo la prova che esisti
Allora cerco la trama, la cerco
in una sceneggiatura mai scritta e mi perdo, mi perdo in un tutto che hai
costruito, senza volerlo, in una sequenza di situazioni istintive che scorrono
serene e creano aspettative che mai saranno tradite, senza essere rivelate in
anticipo, sei la sequenza e la conseguenza del tuo apparire, senza mai
recitare, senza mai eccedere in un film senza attori, ma che è così reale da
permettere di essere vissuto da dentro, dall’anima, risvolti e situazioni
inaspettate ti rendono ancora più da oscar, interpretazione unica in un film
unico, in un film che ora non sembra più, ma che è.
Osservo la location, castelli,
mari e monti, monumenti millenari, con aria e vento ben palpabili, visibili, e
non solo perché muovono i tuoi capelli, ma anche perché se ne sente il profumo,
se ne sente l’essenza, e poi il fuoco, la terra e la natura intera, con animali
e piante mai viste, in un contesto fiabesco, che rasenta il reale, il vero. E di
fuoco e fiamme se ne usa il meglio, il calore dentro il film, la serenità del
camino, le castagne ed il vino gustate sul tappeto, in un attimo in cui tutto
il resto scompare, e senza essere melenso il film prosegue comunque dolcemente,
inaspettato.
E ascolto la colonna sonora, la
musica migliore, in ogni perché, come se fosse la risposta a domande mai poste,
come se le note raccontassero con voce fuori campo quel che appare, ma in una
melodia che diventa unica, che posso fare mia, che cambia ad ogni movimento,
che si addolcisce per poi diventare forte e dura, e sempre entra nelle vene,
nella vita, come se ogni sequenza di note trasportasse dentro il film, e non ci
sono autori, non ci sono diritti di questa musica, perché non esiste una
sequenza fissa, perché cambia in ogni istante senza mai ripetersi, come te, che
sembri un film.
E poi arriva l’intervallo.
E allora io esco, e cerco il
cinema.
E tu, attrice inaspettata, hai il
mio biglietto.
Cesare 27 Settembre 2017