Solo
Si vede qualche capello bianco, teneramente, dopo averglieli levati, lo guardo, è bello nella sua staticità, sembra sorrida, ma io devo uscire, ha energia da vendere, si vede, spero non faccia danni, lo sfioro, esco chiudendo la porta e uscendo controllo che non ci siano ostacoli. Aspettando l’ascensore lo, sento, piano pian ha iniziato a muoversi.
Il pensiero è costante, le vasche non sciacquano la solitudine dell’averlo lasciato a casa, solo, mi brigo.
L’ascensore ora è lento quanto più è forte la mia preoccupazione, apro la porta, silenzio, quel silenzio inaspettato, mi aspettavo di sentirlo in cucina, o magari nel corridoio che va su e giù, nulla, inquietante il silenzio, getto la sacca all’ingresso, entro in cucina e non c’è, il magone aumenta, entro nel cucinino, automaticamente guardo in basso, spero che non sia , non c’è!
Ma dove è, il cuore aumenta il battito perché la mente deve elaborare veloci possibilità, ma è quasi panico, la lavanderia, nulla, il bagno, silenzioso e vuoto del suo allegro essere.
La camera da letto!
Mi si scalda il cervello, non può essere, ed è il panico, non lo vedo, non lo vedo! Allora il terrore mi invade, oltre il letto non vedo, e se fosse lì, senza più forza, senza più anima, quasi non ho il coraggio, con le gambe che già tremano, di fare quei pochi passi che mi permettono di vedere oltre il letto.
Un passo, due, al terzo passo lo vedo, è lì, riverso ai piedi del letto, senza più un movimento, si vede solo qualche capello bianco, mi inchino, lo sfioro, è immobile, freddo.
Lo abbraccio con le mani, e li vedo il cavo del cellulare che lo ha bloccato, cazzo, quello mie è davvero sfuggito, lo srotolo, lui a fil di voce chiede di essere posizionato meglio, lo dice in inglese, il senso è più o meno lo stesso, lo poso lascio in terra, senza il cavo aggrovigliato nei suoi meccanismi, il Robottino riparte con degli allegri suoni, sorrido, lui sorride, e continua a pulire la camera da letto.
Non dovevo lasciarlo solo.
Che spavento.
Cesare
23 Novembre 2019