Vendo
Vendo frasi fatte alla sagra del banale.
Guadagno moltissimo, perché le persone non lesinano sulle frasi fatte, sulla banalità della sicurezza che le frasi che acquistano hanno un grande valore storico, con la loro giurisprudenza morale e affettiva. Tutti spendono e fanno debiti, ognuno ha qualcosa da ascoltare che gli riempie il bicchiere se è mezzo vuoto, facendolo diventare mezzo pieno, dissetandolo. Nessuna asta, il prezzo è imposto, ed è altissimo, nonostante si trovino ovunque in commercio, le mie hanno un valore decisamente superiore, perché sono le mie, sono nate da me, e ora sono diventate frasi fatte solo perché nel mercato delle persone c’è grande richiesta, la solita legge economica, c’è chi offre e chi soffre.Una volta le regalavo, ma stavo male, perché le persone le rivendevano al mercato del sentimento, e finché ognuno vende le sue frasi fatte bene, ma trovare in circolazione le mie, no, non mi è sembrato carino, pensate che ho sentito un ragazzo non innamorato dire alla sua amica, solo per poterla baciare, che le voleva bene! Ma insomma, che succederebbe se tutti dovessero usare le mie frasi fatte in questo modo! Ho evitato di andare al mercato del sentimento quando ho capito che si vendevano solamente cose avariate, la cui scadenza, non scritta, porta sempre tutti in una corsia di ospedale, con lancinanti dolori agli occhi, ai polmoni, al cuore, alla voce. Sotto quell’ospedale si sentono le lamentele più dolorose, lamentele che i degenti svendono a chiunque pur di liberarsene, a discapito magari di chi, a corto del giusto denaro, acquista di tutto, solo per farsi vedere tra la gente con qualcosa nelle tasche. Tasche comprate al mercato delle tasche, quelle che, piene, costano quanto una frase fatta, e vuote hanno il prezzo che si da ad un uovo marcio.La via di quell’ospedale è alberata, corvi e cornacchie ascoltano i lunghi lamenti, giorno e notte, e non ci sono sedativi efficaci, gli infermieri girano per le corsie con i tappi nelle orecchie per non impazzire, dei veri professionisti diplomati in: ‘se stessi male per ogni paziente diventerei io il paziente’, una scuola di specializzazione facile facile che rilascia diplomi ad ogni angolo di strada, e per ogni diploma regala una confezione di uova marce. I dottori di quell’ospedale invece si preoccupano molto dei pazienti, la loro durissima laurea in economia e commercio li porta sempre a cercare di non perdere mai nessuno dei pazienti, e nemmeno il loro conto, quello della banca del denaro, e sono dei veri professionisti, hanno studiato dal testo sacro: fai quello che dico ma non dire quello che faccio. Loro fanno una fatica immensa a cercare di convincere sempre più ogni paziente che hanno in cura a non risolvere mai definitivamente i suoi problemi, vanno quindi pagati tantissimo, altro che le mie frasi fatte, loro si che guadagnano bene! Io nella banca del denaro ho una cifra che regolarmente ha un costo, mentre nella banca delle frasi fatte ho un bel gruzzolo, credo che appena smetterò di piangere per ogni frase fatta che vendo, mi ritirerò nell’isola degli alberi dell’ombra, farò una casetta sulla spiaggia bagnata dalla risacca, che costruirò con mattoni di stanchezza, finestre aperte, finalmente, a me stesso, dormirò sul letto pagato con i ricavi delle frasi, e vivrò solamente rubando frasi agli altri, ascoltandole, e facendole mie.
3 Dicembre 2015