La parte lesa
Sono la parte lesa, quella parte che ha la ragione da vendere senza prezzo,
ma che non ha mercatini dove nemmeno esporla, e che urla al vento quella
ragione nel mare dell’indifferenza. Ecco, la mia ragione si scontra con i
taciti accordi di palazzo, contro le mafie e le abitudini che la violentano, la
mia diventa ‘se pur ragione’ e non si trasforma mai in soddisfazione. Non conosco
la verità globale nella quale la ragione prevarrà, non la ho mai nemmeno
sentita nominare da chi se ne guarda bene, appunto perché l’opposto della mia
ragione è la connivenza tacita, acquisita, radicata nelle mai scritte verità,
verità senza condanne che esistono esclusivamente per contrastare la mia
ragione, fastidiosa, graffiante, inutile per me, inutile per loro. La parte lesa
è macroscopica, ma inversa 1/ “la parte lesa” sarebbe la sua formula matematica
se ne esistesse un assioma, invece fa parte dei numeri immaginari, quelli che
nessuno ricorda e che non si studiano, al contrario delle percentuali che sono
ben note. Ognuno nella parte lesa si dimena fino ad arrendersi, insieme ad
altre parti lese, in un enorme vascone, in una piazza immensa di parti lese,
che si guardano in cagnesco dopo aver disimparato la propria ragione, e
considerare solo in quelle parti chi è più o meno leso, in una gara a chi ha
perso meno, tra sconfitti. L’oblio.
Chi giudica la parte lesa nemmeno si rattrista, sa già che quel giudizio
avrà sbarre solide e tempi dimenticati, sa già di essere dall’altra parte,
dalla parte opposta alla parte lesa.
Cesare
7 Marzo 2017