Il Calice

Il Calice

Lui le accarezzò
i capelli, le dita scorrevano nel profilo morbido e profumato di quel taglio e
di quel colore, e la sua bocca la baciava senza sosta, gustandone sapori e
sensazioni, e spingendo la lingua in dentro e in fuori, aprendo e chiudendo gli
occhi per riempire anche la vista di tanta estasi. La sua eccitazione rasentava
il  dolore e istintivamente spinse il suo
sesso nel suo ventre, come se non ci fossero vestiti, tremando in un brivido di
piacere, e la guardò mentre la sua testa si rovesciò all’indietro facendo dei
capelli una cascata di piacere. I suoi vestiti sparirono in uno sguardo, ora il
suo corpo poteva scivolare finalmente in lei, la penetrò con un’inaspettata
violenza sorprendendo anche se stesso, e si fermò in lei, guardandola e cercando
di restare dentro quel bacio totale. Le cinse la schiena con le mani e spinse
ancora, guardandola, poi lentamente ritrasse dal suo ventre il suo piacere,
forzando la stretta delle sue gambe, che da quel momento ritmarono il calore. Gustò
le sue dita, impazzite sul suo viso, succhiandole e assecondando un nuovo e
differente amplesso, cercato con i sensi delle bocche, piacevole intermezzo in
quel delirio caldo e coinvolgente. Sentì che doveva variare il ritmo, capì
perfettamente dal tremare dei corpi che il delirio non avrebbe dato tregua, e iniziò
una danza costante, lasciando andare anima corpo e mente, entrando così forte
in quella donna come fosse musica, sentì la mente così calda che gli sembrava
stesse prendendo fuoco, trasferì inconsciamente al corpo quel calore, e si
riversò con gli occhi in quella donna, leggendone gli spigoli più bui,
abbandonandosi a lei aprendole gli occhi, senza più lucchetti ormai. Guardando
in quel piacere unico e vero, senza poter gestire un corpo ormai unico, riversò
in se stesso e in quella donna la sua mente, il calore del piacere, la speranza
di un futuro, e tremando senza dire, ma leggendo solo amore, unirono nel calice
dei corpi anima e cuore.

Lei, con le mani
tremanti, lo stringeva a se, estasiata dalle sue labbra e dalle sue dita,
cercava di tirarlo a se più che riusciva, più che poteva, voleva sentirne
l’eccitazione nel ventre, e iniziò un gioco di sfregamenti che portò la sua
eccitazione a soddisfare la sua causa. Si sentiva un animale in quel momento,
doveva avere quel corpo, in un istante non potè fare a meno di staccare le
labbra da quel bacio e inarcò la testa all’indietro, strinse a se il bacino più
possibile, pregustando in un calore umido il prossimo piacere. Levò i suoi
vestiti lasciando solo carne e desiderio. In un attimo lo accolse dentro se,
chiudendo le sue gambe intorno a lui per sentirlo e imprigionarlo in lei, le
sue mani gli tenevano la testa, i suoi occhi erano sbarrati dal piacere così
forte, così caldo, così potente. Lo sentì uscire, ma lo bloccò quasi alla fine,
e riprese a stringerlo a se, lasciandolo scivolare ed espirando, ma solo per
poi fare urlare i suoi muscoli mentre lo stringeva ancora a se. Le mani ora
cercavano la sua bocca, sostituendosi alla lingua, segnando il suo viso e
mimando una penetrazione con le dita, per pochi attimi diede una nuova musica a
quel ritmo, smettendo di resistere e chiudendo entrambi gli occhi, ansimando,
senza aria, nel respiro di quell’uomo. In un attimo lasciò le gambe andare
libere di contrarsi, piegate al volere del piacere, e sentì i polmoni caldi di
quel calore unico, che somigliava al magone dell’amore, e quasi senza fiato
assecondò interamente l’anima a quel modo unico di lasciarsi andare, impotente
ormai riuscì a sentire il sangue scorrere più caldo e più veloce, guardò quel
viso e si lanciò in quello sguardo, libero, aperto, immenso, di purezza e
verità, e iniziò a tremare anima e corpo. Il corpo che scuoteva con violenza
quella mente, un corpo ormai unico, che esplose intorno all’uomo il suo volere,
piacere caldo e umido, e il suo cuore, brindando a quell’amore, nel calice
unico, in una sola anima, in un solo cuore.

Cesare

19 Gennaio 2017

Seguimi su

Facebook Twitter Youtube