Dialogo tra A e B
-E comunque, a parte gli scherzi, dai, non fare così.-
-Così come? E poi, di quali scherzi parli, io sono
serissimo, e dovresti esserlo anche tu, che con quel sorrisetto sei quasi
terrorizzato da quello che non vuoi credere vero.-
-Mi stai cercando di dire qualcosa?-
-Veramente sto parlando chiaramente, nella misura in cui tu
vuoi intendere quello che dico, e non vuoi interpretare tu, e solo tu, quello che
io esplicito molto chiaramente.-
-Mi confondi le idee, scherzi col fuoco e addirittura cerchi
di spegnere il mio con la benzina.-
-Cerco nel grano, si, ma ti vedi? Sei tanto piena di
aforismi altrui che perdi completamente la cognizione di causa, persa, sperando
in una assoluzione senza ombre cinesi.-
-Devi smetterla di trattarmi come un qualunque personaggio
dei contatti virtuali ai quali sei abituato, io ho una mia identità,
sicuramente la ho, devo solo trovare tra le righe le squadre vincenti, in
questo torneo con cavalli ed asini.-
-La cui gara finirebbe con la lepre e i levrieri entrambi
sconfitti, ma liberi di essere animali, mentre gli umani lo sono, ma non son
liberi e non apprezzano, ma torniamo a noi, chi ha iniziato a parlare, chi deve
continuare?-
-Ci son dei turni?-
-Certo, in ogni conversazione che si rispetti, tra proverbi
e avverbi, c’è una sequenza logica che può essere interrotta solo da…-
-Interrompo. Fuori dagli schemi, ma lo faccio senza gusto, è
troppo facile, mi sto riprendendo, ti sto lasciando libero arbitrio in questa
partita senza vincitori e senza toreri.-
-Non capisco, non mi adeguo, non ho sequenze logiche e non
vedo la tua inutile interruzione divertente, nella maniera più assoluta, e non
mi capacito del motivo di questa conversazione.-
-Ma, a parte gli scherzi, quando arrivano a farci
addormentare, si vede chiaramente che non ci sono ostacoli al nostro desiderio di
saltare quel fosso.-
-Chi parla da se, parla per te, parla per tre, come se il
nostro amico immaginario potesse arbitrare il nostro scontro incontro, stanco
di fischiare più del vento.-
-Vado a dormire, le sbarre della mia reggia sono alzate, e i
coccodrilli mi aspettano per traghettarmi fino al letto, e io devo dormire.-
-Non capisco perché non aspetti che il ponte si abbassi per
passare, ogni volta ti bagni.-
-Fare la pipì a letto non va bene, devo trovare una scusa
con i camici bianchi, e loro se la bevono.-
-Che schifo, bere l’acqua dove fanno la pipì i coccodrilli,
deve sapere di pipì di coccodrillo.-
-Non ne ho idea, io non mi bagno.-
-Io in bagno, buona dormita.-
Rumore di coccodrilli, di chiavistelli, di pastiglie e di
siringhe, il sonno indotto.
Cesare
20 dicembre 2016