La risposta
E continui a ribadire, e insisti e aspetti la risposta e giri e rigiri aspettando di sentire quello che già sai di voler sentire, insisti solamente per quel dubbio assurdo che ti logora e magari la risposta non è più quella che avresti voluto. Allora in un istante cambi la domanda e ti logori ancora di più, morsichi verbalmente per cercare di arrivare al sapore della riposta, sperando che nulla in quella risposta sia marcio, senza nemmeno pensare che ci possa essere il verme in quella maledetta risposta, quasi temi ancora, nonostante aver cambiato la domanda, ti possa per un istante dare la certezza che volevi e temi che ancora quella certezza non ci sia più, o che si possa perdere nella distrazione e nella superficialità della risposta stessa che, blandamente, forse, si prepara per te. Urli, impotente ormai, senza aver più possibilità di cambiare la domanda, in quel tempo che è passato, logorante, troppo veloce, quel tempo è un istante, adesso, è la differenza tra quello che ti porterebbe al’oblio oppure in un limbo infernale dal quale sai che non potrai mai più uscire, dimenticato da occhi sguardi e menti, allora urli, sempre più forte e in quel momento arriva, arriva la risposta, ma tu, stai urlando, non puoi sentirla.
E adesso hai ancora più domande.
E adesso non avrai quelle risposte.
Cesare
19 novembre 2016