Gli Imperi
Quando due imperi si uniscono, nasce un solo impero, ma come sempre in
quell’unione sono sempre tante le cose che non collimano, che devono adattarsi
al nuovo impero. Ogni unione è comunque in funzione della nuova stirpe, e i
sudditi dei due imperi lo sanno da subito, e sperano che la stirpe che regnerà
quell’unico regno sia sempre migliore del precedente, o che, almeno, chi
unitosi al regno non peggiori il vecchio regnante.
Gli amici, in questo parallelo, diventano i deputati del governo del nuovo
regno, i suoceri saranno i senatori.
E tutto dipenderà da quanto ognuno dei due imperi porterà nel paniere,
oramai in comune, del nuovo regno.
L’evoluzione farà felici i sudditi solo se armonia e rispetto regneranno
tra le mura del castello, i sudditi acclameranno il futuro regnante, infante
che crescerà con l’evoluzione dei due imperatori, solo se quella evoluzione
sarà l’unione del meglio dei due regni.
Ma quanta responsabilità ha la prole? Ha tutte le responsabilità che i
genitori imperatori danno con le aspettative che loro hanno, e che troppo
spesso caricano solo per soddisfare le loro velleità, o quello che loro non
sono riusciti a fare. Il regno è fragile, basta una generazione per vanificare
secoli di egemonia.
Ma quando crolla un impero, i vicerè, i parenti, cercano sempre di
appropriarsi del tesoro di quel regno.
Via l’impero, facciamo l’amore e da quell’amore facciamo i figli,
rendiamoli liberi di fare l’amore e insegnamogli a difendersi da sudditi,
parenti, amici avidi e invidiosi, insegnamogli quindi a capire le differenze
tra bene e male solo insegnando il bene.
In mancanza di un impero ci sarà solo un insieme di capanne, nel villaggio
del rispetto, nel villaggio dell’amore.
Giovedì 16 luglio 2015 Cesare